Sport

Supplemento a Studi di teologia
Anno 2025
N. 23


Introduzione

C’è lo sport dei grandi eventi (come le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026) e quello quotidiano. C’è lo sport praticato e quello guardato e commentato. C’è lo sport competitivo/professionale e quello amatoriale. C’è lo sport di squadra e quello individuale. C’è l’educazione sportiva scolastica e quello della palestra e del wellness. Ci sono innumerevoli discipline sportive e quasi infiniti giochi organizzati. C’è lo sport che è anche business e lo sport in mano alla malavita. C’è lo sport che assomiglia ad una religione organizzata (con le sue liturgie e i suoi templi) e quello apparentemente casual e disincantato. Insomma, lo sport è uno specchio in cui la vita di tutti si riflette.

Siamo tutti (diversamente) sportivi. In un modo o nell’altro, lo sport è un ingrediente imprescindibile della vita. Non senza ragioni, Johan Huizinga aveva parlato di Homo Ludens[1] come cifra distintiva e totalizzante dell’umano. Siccome lo sport collega cuore, corpo, comunità e mondo, da sempre il rapporto con lo sport è stato indicatore di come una cultura ha plasmato la propria visione del mondo.

Storicamente, la chiesa cristiana ha avuto un atteggiamento critico-prudente nei confronti dello sport. Misurandosi con le ideologie pagane e le loro distorsioni antropocentriche ed idolatriche, ha tenuto una postura guardinga e ambivalente, mettendo in risalto più i risvolti problematici che ripensandone il significato e ravvivandone le pratiche. Nell’età contemporanea, vista la sportivizzazione della vita e la massificazione della pratica sportiva, non è più rinviabile una riflessione organica sullo sport che lo inquadri da un punto di vista cristiano all’interno della complessità delle relazioni coinvolte in esso e delle dinamiche attivate.[2] Anche nelle pratiche di vita contemporanea, lo sport è spesso un aggregato di tossicità culturali che vanno spurgate e sottoposte ad un trattamento in grado di farlo fiorire in modo diverso.

Se l’etica cristiana non è in grado di “leggere”, “ispirare” e “orientare” lo sport, essa è fuori gioco dalla vita. Siccome la scommessa cristiana è, invece, che la visione del mondo biblica sia olistica e onnicomprensiva, anche lo sport rientra nella sua giurisdizione per l’onore del Creatore dello sport e per la pratica benedetta delle sue attività.

Leonardo De Chirico

[1] Johan Huizinga, Homo Ludens (1938), Milano, Il Saggiatore 1967.
[2] Utili riferimenti sono rintracciabili in Matt Hoven, Andrew Parker, Nick J. Watson (edd.), Sport and Christianity. Practices for the Twenty-First Century, London, T&T Clark 2021. Ad un livello più popolare, cfr. Stephen Liggins, The Good Sporting Life. Loving and Playing Sport as a follower of Jesus, Sydney, Matthias Media 2020 e Stuart Burgess, Tabitha Carron, The Gift of Sport and How Sport Reveals the Wonder of the Human Body, Leominster, Day One 2023.


Sommario

Introduzione

Più di un gioco: una teologia dello sport
Jeremy R. Treat

Traiettorie di una pedagogia cristiana dello sport
Lucia Stelluti

Esercizio fisico e spirituale. Una noticina da 1 Timoteo 4, 7b-8
Pietro Bolognesi

Segnalazioni bibliografiche

Rubrica

Vita del CSEB