Fede e società

  Giornate teologiche 1997
19-20 settembre
Padova, IFED, Via P.M. Vermigli 13

Il Convegno si propone di affrontare la questione del rapporto tra fede e società in un mondo sempre più multiculturale e multietnico. La decadenza delle ideologie ha veramente inciso sulle condizioni della società? Avvalendosi del supporto dei vari Relatori, il Convegno cercherà di fare il punto sulla situazione attuale e illustrare il rapporto tra ideologia e impegno sociale insieme alla prospettiva evangelica.

RELATORI:

Sir Fred Catherwood, ex Vicepresidente del Parlamento Europeo, Gran Bretagna.

On. Prof. Domenico Maselli, parlamentare e docente di storia, Facoltà di Magistero, Firenze.

Dr. Leonardo De Chirico, Direttore aggiunto IFED., Padova e dottorando di ricerca.

Mons. Dr. Paolo Doni, docente di teologia morale e Vicario vesc. per l'Apostolato dei laici, Padova.

On. Prof. Umberto Giovine, parlamentare Partito Federalista, Milano.

Flavio Zanonato, Sindaco di Padova.

Prof. Pietro Bolognesi, Presidente l.F.E.D., Padova.

Luogo: Il Convegno avrà luogo nella Sala della Gran Guardia - Pizza dei Signori - Padova

Programma

Venerdi 19 settembre

 

10:00

Apertura dei lavori, Pietro Bolognesi

 

10:30

Ragioni per l'impegno socio-politico degli evangelici in Europa, Fred Catherwood

 

12:30

Pranzo

 

15:00

Impegno sociale e protestantesimo, Domenico Maselli

 

16:30

Esperienze evangeliche in politica nel XX sec., Leonardo De Chirico

 

21:00

Conferenza - dibattito: Il ruolo dei parlamentari evangelici, Domenico Maselli - Leonardo De Chirico

Sabato 20 settembre

 

09:00

Impegno sociale e cattolicesimo nel Veneto, Paolo Doni

 

10:00

Ideologia e scelte politiche, Umberto Giovine

 

11:30

Ideologia e politiche locali, Flavio Zanonato

 

12:30

Pranzo

 

15:00

Tavola rotonda

 

16:00

Prospettive alla fine del millennio, Fred Catherwood

 

17:30

Conclusione dei lavori

Carta orientativa

1. Affermiamo con gioia e riconoscenza che Dio regna su tutta la realtà poiché è l'unico autentico Signore del cielo e della terra. Poiché il diritto di Dio ha carattere universale, tutto gli appartiene, compresa la società in ogni sua manifestazione. Egli può quindi disporre dei regni di questo mondo secondo la sua volontà [Sal 24; Dt 5,21; At 17,25-26].

2. Affermiamo che il mandato originario di Dio e quello successivo del Risorto costituiscono un unico mandato ed esigono un impegno a tutto campo. Il coinvolgimento dei cristiani nella sfera sociale e politica, volto a fare discepoli le nazioni, rientra a pieno titolo in tale mandato, anche se purtroppo i cristiani stessi non ne hanno sempre colto tutte le implicazioni [Gn 1,28 ; Mt 28, 18-20].

3. Affermiamo la legittimità dell'autorità negli ambiti stabiliti da Dio per limitare gli effetti del peccato e promuovere il bene comune e la giustizia. Ciò implica l'impegno ad adoperarsi affinché vengano promulgate leggi in accordo con l'insegnamento di Dio. Tutta la Scrittura offre delle piste di riflessione utili in questo senso anche per la società contemporanea [Dt; Rm 13].

4. Affermiamo l'autentica dignità dell'attività sociale e politica come di tutte le altre attività umane. La scelta fra lavoro in ambito ecclesiale e lavoro in ambito socio-politico dipende dalla vocazione del singolo. Non si può presupporre un'intrinseca superiorità dell'uno sull'altro. Come in ogni altro campo, ogni impegno trae la propria validità non dai postulati della ragione autonoma, ma dai valori della legge di Dio [Rm 2, 14-15].

5. Affermiamo che la preghiera per le autorità non può essere disgiunta dal convincimento della loro sottomissione alla signoria di Dio. Essa presuppone anche la presenza di una certa relazione fra i credenti e le autorità e l'esigenza di un impegno finalizzato alla salvaguardia dei diritti degli uomini da parte di queste ultime [Ger 29,7; 1 Tm 2,1-2].

6. Affermiamo che la fede cristiana è una realtà onnicomprensiva che riguarda non solo il credere, ma anche il sapere ed il fare dell'uomo. Ne consegue che l'identità evangelica possiede pertinenza sia privata che pubblica. L'unità stessa dell'uomo implica altresì una indissolubile connessione fra fede e società [Rm 12,1-2; 1 Tm 2,1-2].

7. Affermiamo che sulla base della rivelazione scritturale la fede cristiana si considera erede ed interprete di valori che hanno un impatto sociale e strutturale anche sull'etica personale e familiare. Ciò implica una precisa responsabilità nell'annuncio cristiano della legge di Dio e l'inadeguatezza di ogni teologia naturale secondo cui le autorità sarebbero in grado di conoscere il bene indipendentemente da ciò che la Scrittura sostiene [At 4,18-19; 25, 10-11].

8. Affermiamo che l'ordine di Dio per la realtà impegna i credenti a chiarire la specificità dell'impegno evangelico nei vari campi. Anche se la società attuale è caratterizzata come non mai dall'interdipendenza multipla, esiste una specifica concezione cristiana dell'etica. Essa concerne la realtà giuridica, mediatica, educativa, economica e finanziarla, occupazionale e tecnologica, di cooperazione sociale e di rispetto per la creazione [Gv 19, 11].

9. Affermiamo che la fede evangelica, in quanto interprete dell'eredità giudaico-cristiana, deve vigilare per evitare varie distorsioni. Tale vigilanza implica la denuncia dell'invadenza dello Stato in sfere ad esso estranee ed un'attenzione nei confronti dei tentativi di relativizzazione, di islamizzazione ecc. che si fanno talvolta strada nella società. L'invadenza dello Stato non sovverte soltanto l'ordine stabilito da Dio, ma contribuisce anche alla deresponsabilizzazione dei singoli ed alla svalutazione delle strutture intermedie [1 Cor 4,4; At 4,18-21; Ef 5,11-12; Ap 13].

10. Affermiamo che qualunque scelta sociale e politica rientra nell'ambito del possibile e del transitorio. Il valore delle scelte politiche va valutato nello -spazio che va dall'universo delle convinzioni a quello delle responsabilità. Poiché il Signore ha affidato ai credenti il ministero della riconciliazione, essi sono impegnati in un'opera di mediazione e non si rifugiano in un universo di assoluti impraticabili qui ed ora [2 Cor 5, 18 ].

11. Affermiamo la necessità di resistere ai tentativi delle autorità di fornire eventuali benefici e privilegi a settori particolari, perché la giustizia dello Stato non deve conoscere distinzioni personali. La lealtà nei confronti delle autorità non sarà mai acritica [Dt 5, 7; Ger 22, 1-3; Is 2,8; Am 2,6-7; Mt 23,23 ].

12. Affermiamo l'interesse della fede evangelica perché tutte le cose siano rinnovate e restituite al giusto diritto di Dio e respingiamo ogni forma di messianismo politico in quanto lo Stato e la politica devono svolgere lin ruolo limitato e non invadere altri ambiti come quelli affidati alla famiglia e alla chiesa [Rm 8, 19-25].

LA SEGUENTE "CARTA ORIENTATIVA" SU FEDE E SOCIETA' E' STATA MESSA A PUNTO IN OCCASIONE DEI SEMINARI ORGANIZZATI DA IFED NEL 1997 DAI PARTECIPANTI PROVENIENTI DA DIVERSE ZONE (BOLOGNA, CHIETI, MANTOVA, MODENA, MILANO, NAPOLI, PADOVA, PESCARA, ROMA, TERAMO, VICENZA).

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