Fede e cibo

Supplemento a Studi di teologia
Anno 2023
N. 21


Introduzione

Il cibo è un fatto totale. C’è tutto: la natura, la cultura, la società, la vita. C’è anche la spiritualità. Il cibo è un codice universale dell’esistenza. Esso rimanda a qualcosa di più del contenuto di un piatto. Il cibo non è solo delizia, non è solo nutrimento e non è solo condivisione, né l’insieme di queste cose. Biblicamente parlando il cibo non è che un semplice assaggio di quello che sarà, domani, il banchetto finale alla presenza di Dio.

 Il racconto biblico inizia mostrando il creato come una grande tavola da pranzo imbandita dal Creatore e si conclude in Apocalisse 19 con un banchetto nuziale organizzato da Gesù Cristo. Tra i due banchetti che aprono e chiudono la storia, vi sono le tragedie del cibo mangiato con sudore, del cibo che scarseggia, del cibo mangiato in eccesso, del cibo estorto, del cibo amaro, … a cui si intreccia il pane del cielo venuto e la chiesa che si riunisce intorno alla tavola del Signore per re-imparare a mangiare in attesa della festa finale.

 Vista la pervasività del cibo nella visione biblica, c’è chi ha iniziato a parlare di “teogastronomica” come di una branca della gastronomia e della teologia.[1] Inoltre, l’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione di Padova ha dedicato la 35ma edizione delle Giornate teologiche al tema “Fede e cibo”.[2]

 Dunque, il cibo è un dono di delizia e gioia da parte di Dio. Come un promemoria sensoriale, nella sua piena materialità e senza spazi per ideali astratti, il cibo risponde al Salmo 34 rendendo sperimentabile la bontà di Dio. In secondo luogo, il cibo va apprezzato come dono di nutrimento. Nell'età della convenienza e della comodità alimentare, è facile perdere di vista il fatto che il cibo è un segno della provvidenza. Inoltre, il cibo è una cifra della vita condivisa. Il cibo va condiviso con gli altri allo scopo di avere comunione. Nella profonda intimità della condivisione del cibo si sviluppano relazioni. In una cultura che individualizza tutto, anche la pista della convivialità rischia di essere inquinata da surrogati devianti.

 Se la nostra relazione col cibo è in qualche senso costitutiva della nostra umanità, c'è un'ombra nel nostro mangiare. La nostra relazione col cibo è disordinata e disfunzionale. Dalla rottura dell’alleanza tra Dio ed Adamo ed Eva causata dal peccato, che peraltro si consuma attorno e tramite il cibo, il nostro rapporto con il cibo si è problematizzato ed è diventato portatore di tossicità. Il cibo proibito è stato presentato (ingannevolmente) come divinizzante, e il cibo proibito è stato consumato sovversivamente. Si è trattato del primo caso di "mangiare male". E questa ha portato noi ad avere una sorta di "disordine alimentare" universale o, meglio ancora, un rapporto disordinato con il cibo. 

La fenomenologia delle disfunzionalità del cibo è sotto gli occhi di tutti: non solo quelle individuali e sociali (anoressia, obesità, bulimia, mangiare compulsivo, ecc.), ma anche quelle strutturali (malnutrizione, fame nel mondo, ecc.). Le distorsioni possono avvenire quando il cibo diventa un idolo (incanto) o una merce (disincanto). L'ombra gettata dal peccato sul cibo ha l'effetto di mettere disordine nel nostro rapporto con esso.

 Ogni piatto che mangiamo chiama in causa la teologia vissuta. Anche a tavola si può e si deve mangiare e bere per la gloria di Dio (1 Corinzi 10,31).

 Leonardo De Chirico

  

Hanno collaborato a questo fascicolo:

 Alessandro Piccirillo, collaboratore del CSEB, lavora nell’unità di Clinical Data Management presso DataRiver (Modena) e anziano della chiesa evangelica riformata battista di Formigine (MO).

 Filippo Barbè, incaricato di corsi di Sacra Scrittura nel Corso di cultura teologica dell’IFED, lavora nell’area amministrativa dell’Università di Padova ed è diacono della chiesa evangelica di Padova.

 Isabella Savino, insegnante d’inglese, svolge laboratori creativi per bambini e lavora presso un nido d’infanzia bilingue.

 Clay Kannard è pastore della chiesa evangelica Breccia di Roma e direttore della comunicazione della Reformanda Initiative.

 Damaris Marletta, avvocato e funzionario di un ente pubblico, membro della Commissione Libertà religiosa dell’Alleanza Evangelica Italiana.

[1] F. Silvestrini Adão, “La saggezza teogastronomica. L’atto di nutrire (sé stessi) e l’iniziazione alla propria umanità”, Civiltà cattolica 4151 (17 giugno 2023) pp. 449-461.

[2] Alcuni contributi di questo fascicolo riprendono le relazioni tenute nel corso delle Giornate teologiche 2023.


Sommario

Articoli

  • Alessandro Piccirillo, Scelte alimentari come scelte morali. Opzione onnivora e vegetariana come caso di studio”

  • Filippo Barbé, “Cibi proibiti del Levitico, perché?”

Rassegna

  • Isabella Savino, Clay Kannard, Damaris Marletta, “L’universo della tavola tra pasti, gioia e digiuno”

Segnalazioni bibliografiche

Rubrica

  • Vita del CSEB